Il primo approccio terapeutico della sindrome dell’occhio secco è rappresentato dall’utilizzo delle cosiddette ”lacrime artificiali”. Queste soluzioni hanno l’obiettivo di sostituire il film lacrimale. In commercio ci sono svariati colliri, ognuno dei quali presenta caratteristiche fisico-chimiche differenti nella composizione o nella concentrazione dei componenti, ma il cui obiettivo è l’idratazione della superficie oculare riducendo il fastidio e il disagio di questi numerosissimi pazienti.
Le lacrime artificiali sono colliri a base di sostanze (più o meno viscose e dense) che possiedono l’azione detergente, lubrificante e umettante delle lacrime naturali. Oggi lo sviluppo di colliri senza conservanti e in alcuni casi il brevetto di nuovi conservanti, meno tossici per la superficie oculare rispetto a quelli presenti nelle vecchie formulazioni, hanno permesso ai pazienti di tollerare maggiormente la terapia sostitutiva lacrimale. In casi di grave secchezza oculare può essere necessario associare o sostituire l’utilizzo di questi colliri con gel lubrificanti.
Qualora non sia sufficiente l’utilizzo dei sostituti lacrimali, e ci sia il rischio potenziale di danni alla cornea (cheratocongiuntivite secca), si possono usare particolari lenti a contatto terapeutiche.
Altra procedura terapeutica è l’occlusione dei puntini lacrimali con piccoli dispositivi in materiale plastico o di silicone che servono per diminuire il drenaggio delle poche lacrime presenti e permettere così alle lacrime di rimanere più a lungo a contatto con l’occhio. Questa procedura può essere temporanea o permanente.
Ulteriore possibilità terapeutica è il trattamento con la luce pulsata (IPL), utile per la terapia dell’occhio secco da eccessiva evaporazione lacrimale, della blefarite e della Meibomite.