L’esposizione precoce e prolungata dei dispositivi multimediali in età evolutiva può interferire dallo sviluppo neuro-cognitivo (problemi di apprendimento) allo sviluppo emotivo e diversi tipi di problematiche: sonno, udito, vista. L’uso prolungato dei dispositivi digitali induce una riduzione di ammiccamento (chiusura delle palpebre) con conseguente mancanza di lubrificazione del bulbo oculare e quindi dei disturbi della secchezza oculare. Pertanto, il bambino può avvertire una sensazione di corpo estraneo nell’occhio, fastidio, arrossamento e bruciore oculare, una sintomatologia del tutto sovrapponibile a quella dell’occhio secco.
Per di più gli smartphone sono utilizzati ad una distanza ravvicinata a causa del loro piccolo schermo led, inducendo quindi affaticamento oculare (astenopia , abbagliamento, irritazione e può influenzare lo sviluppo di una condizione chiamata “esotropia acquisita concomitante”.
Ovvero può causare una tipologia di strabismo che si verifica quando appare una forma di diplopia che coinvolge dapprima solo la visione lontana e poi anche quella ravvicinata.
Le raccomandazioni della Società Pediatrica Italiana, sono le risposte ai dubbi di mamme e papà: quando si può dare un tablet ai propri figli? Per quanto tempo? Che effetti può avere in età precoce? No a samrtphone e tablet prima dei 2 anni. No agli schermi durante i pasti e prima di andare a dormire. E poi porre dei limiti: massimo 1 ore al giorno per i bambini tra i 2 e i 5 anni e massimo 2 ore per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 aa.
La migliore risposta ai dubbi dei genitori? Ricordare che nessun media device è in grado di sostituirsi alle abilità linguistiche, cognitive e socio-emozionali che un genitore può trasferire al proprio figlio. Nessuna criminalizzazione delle tecnologie digitali, anzi alcune applicazioni hanno mostrato di avere un impatto positivo sull’apprendimento in età prescolare, purché usate insieme ai genitori.