La correzione, nelle forme lievi, si attua con lenti per occhiali per l’astigmatismo, nelle forme più avanzate è consigliato l’uso di lenti a contatto gas permeabili oppure nell’impianto di anelli intrastromali, mentre nelle forme più gravi (20% dei casi), può essere necessario il trapianto di cornea (lamellare o perforante).
Il Cheratocono rappresenta la maggiore causa di Trapianto di Cornea in Italia ed in Europa e la seconda negli USA dopo la cheratopatia bollosa.
Una volta accertato che il cheratocono è stabile si può intervenire per migliorare la vista, ci sono diverse opzioni a tale riguardo.
Nelle forme più avanzate l’uso di lenti a contatto rigide le quali “contenendo” la deformazione indotta dal cheratocono consentono il raggiungimento di un visus discreto anche in forme avanzate.
L’inserimento di alcuni anellini all’interno della cornea permette di migliorare la vista.
I segmenti intrastromali (INTACS). Sono piccoli segmenti arcuati di plastica approvati dalla FDA, che inseriti nello stroma corneale paracentrale determinano appiattimento della zona ottica centrale. Tale semianelli, proposti inizialmente per il trattamento della miopia, nel cheratocono, posizionati intorno al cono ne consentirebbero il suo appianamento centrale migliorando il recupero visivo senza le lenti a contatto.
In caso di diagnosi tardiva della patologia, con grave compromissione dello spessore corneale e dell’acuità visiva il Cross-linking non può più essere effettuato dovendo ricorrere necessariamente al trapianto di cornea.
Oggi, anche questo tipo di intervento chirurgico risulta essere meno invasivo in quanto nella maggior parte dei casi non si esegue più un trapianto a tutto spessore della cornea, ma viene effettuato un trapianto parziale interessante solo gli strati corneali coinvolti dalla patologia. Nel Cheratocono la parte di cornea malata è la parte più esterna (lo stroma) mentre la parte più interna (endotelio) è sana e allora si esegue un trapianto di cornea lamellare anteriore chiamato anche DALK
Queste tecniche mini invasive vengono spesso supportate dall’impiego di un laser per rimodellare il letto corneale e per eseguire il taglio del lembo donatore e ricevente con estrema precisione. Tutto ciò ha consentito al chirurgo corneale di eseguire tali interventi con massima precisione, minor rischio intraoperatorio, post operatorio e in termini di rigetto garantendo la massima durata del lemboimpiantato.